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William Shakespeare's half time job
Teatro dell'ElceRegia: Marco Di Costanzo
Drammaturgia: Marco Di Costanzo
Attori: Marco Di Costanzo
Trailer: Link
Anno: 2022
Adatto a: per tutti
Generi: Prosa, Performance
Tags: shakespeare, performance, site-specific, lettura tarocchi
Uno spazio nascosto e raccolto: una stanza, un balcone, un ascensore, l’interno di un furgone…
Un bardo, o sedicente tale, con un mazzo di tarocchi.
L’accesso è consentito a una persona alla volta con una richiesta: “Mi devo licenziare?” o “Devo divorziare?” o “Devo lasciare o rimanere nella città dove vivo?” oppure altre parole, parole, parole, purché esprimano una sola, precisa, domanda. La risposta è una lettura delle carte ispirata all’immaginario di Sir William Shakespeare.
William Shakespeare’s half time job è un’immersione nell’opera dell’autore inglese attraverso una forma scenica fedele ai testi e allo stesso tempo irriconoscibile, contemporanea. La parola di Shakespeare è svincolata dalle trame e dai personaggi per privilegiarne l’aspetto filosofico, immaginifico, etico-morale: il punto di vista dell’autore inglese è impiegato in una lettura dei tarocchi per un singolo spettatore, veicolata con un linguaggio apparentemente "spontaneo", estemporaneo, ma in realtà nutrito di frasi, immagini e aneddoti tratti dai suoi testi.
La performance è collocabile in spazi diversi: una piccola stanza, una roulotte, una tenda o un altro luogo qualsiasi in cui si possa creare una situazione di intimità. È possibile ripetere la performance circa 15 volte per sera (circa 4 ore totali). Sono richiesti all’organizzazione un tavolo di circa 1 mq, due sedie, una persona che gestisca l’entrata del pubblico, assicurandosi dell’avvicendarsi di uno spettatore ogni 15-20 minuti e la gestione delle prenotazioni. Dal punto di vista di illuminazione e suono, la performance richiede un impianto di amplificazione stereofonico e la possibilità di isolare con la luce il tavolo. Se l’impianto audio e luci non sono disponibili, la compagnia potrà farsene carico.
Altri crediti: suono Andrea Pistolesi
costumi Laura Dondoli
con il contributo di Fondazione CR Firenze, Regione Toscana, Comune di Firenze
residenze artistiche Teatri d’Imbarco, Teatro delle Donne, Murate Art District
con il sostegno del Centro di Residenza della Toscana (Armunia-CapoTrave/Kilowatt), Comune di Sansepolcro
Produzione: Produzione Teatro dell’Elce
Coproduzione Fondazione Armunia Castello Pasquini
File scaricabili:
scheda_WSs_half_time_job.pdf
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La nostra attività principale è la produzione di spettacoli, sia destinati a spazi teatrali che creati per luoghi specifici o in collaborazioni con realtà e artisti esterni nell’ambito di progetti di ricerca metodologica.
Per il teatro abbiamo prodotto: Little boy (2019), carteggio tra il filosofo Günther Anders e Claude Eatherly, il pilota di Hiroshima, Il nemico (2015) dall’album illustrato di D. Calì e Serge Bloch, Farruscad e Cherestanì (2013) ispirato a La donna serpente di Carlo Gozzi, Barbieri (2011), creazione collettiva basata su interviste, Fatma (2010) di M. Benguettaf, Amadú, il saggio del deserto (2008) di Marco Di Costanzo, Cinquanta! Epopea di un faticoso entusiasmo (2008) scrittura scenica non verbale di Marco Di Costanzo sulla base di interviste e delle improvvisazioni degli attori, Ercole e le stalle di Augia (2006) di F. Dürrenmatt.
Le principali produzioni per spazi non teatrali sono: Cara Signora (2021), reading da Lettera a una professoressa di Don L. Milani, Processo all’Occidente (2019), reading da Processo dell’Islam alla civiltà occidentale di G. Piovene, Lettera a Eichmann (2018), reading da Noi figli di Eichmann di G. Anders, Noi ritorneremo! (2018), reading da La liberazione di Firenze di C. Francovich, Under Fire (2017), reading da L’arte fiorentina sotto tiro di F. Hartt, Il sogno di Rodolfo Siviero (2015) di Marco Di Costanzo dai diari di Rodolfo Siviero, realizzato per il Museo Casa Siviero, Angelo Maria Bandini (2013), di Marco Di Costanzo per il Museo Bandini, la creazione collettiva Il salone di Z*** (2010), performance sensoriale per due spettatori.
Nell’ambito di progetti legati alla ricerca metodologica o alla formazione, abbiamo realizzato Il cappotto (2021) e Appunti di un pazzo (2016), entrambi di N. V. Gogol’, coprodotti con Cantiere Obraz e affidati alla regia esterna di Alessio Bergamo, e Alla ricerca di un mondo morbido, di e con Monica Santoro e Eva Miškovičová.
In parallelo con l’attività di produzione, ci dedichiamo a progetti che abbiano lo scopo di promuovere l’arte del teatro attraverso la formazione o la diffusione su aree geografiche specifiche. Ad oggi sono in corso Teatro nelle città, progetto di produzione e diffusione di eventi teatrali in contesti non usuali, e una serie di progetti di formazione. Per quanto riguarda il passato, ci teniamo a mettere in evidenza Fronteras (2012), un progetto di produzione-formazione realizzato nel quartiere Comuna 7 di Barrancabermeja (Colombia) in collaborazione con il Centro Cultural Horizonte, Per una polis teatrale (2012-2020), un insieme di attività destinate alla città di Fiesole, e lo stage Le jeu masqué (2010), diretto da Duccio Bellugi Vannuccini del Théâtre du Soleil.
Il Teatro dell’Elce è riconosciuto e finanziato dalla Regione Toscana, nell’ambito dei progetti relativi ad interventi produttivi di elevato livello qualitativo in campo teatrale, e dalla Fondazione CRF come progetto di produzione e organizzazione di eventi sul territorio della città metropolitana fiorentina. Le produzioni del Teatro dell’Elce sono state distribuite sul territorio nazionale e la compagnia è stata rappresentante dell’Italia al Festival International du Théâtre d’Alger 2010 (Algeria) e al Festival Internacional de Teatro por la Paz 2011 e 2012 a Barrancabermeja (Colombia). Il Teatro dell’Elce ha collaborato con tutti i principali teatri fiorentini e con numerose realtà nazionali.
Per il teatro abbiamo prodotto: Little boy (2019), carteggio tra il filosofo Günther Anders e Claude Eatherly, il pilota di Hiroshima, Il nemico (2015) dall’album illustrato di D. Calì e Serge Bloch, Farruscad e Cherestanì (2013) ispirato a La donna serpente di Carlo Gozzi, Barbieri (2011), creazione collettiva basata su interviste, Fatma (2010) di M. Benguettaf, Amadú, il saggio del deserto (2008) di Marco Di Costanzo, Cinquanta! Epopea di un faticoso entusiasmo (2008) scrittura scenica non verbale di Marco Di Costanzo sulla base di interviste e delle improvvisazioni degli attori, Ercole e le stalle di Augia (2006) di F. Dürrenmatt.
Le principali produzioni per spazi non teatrali sono: Cara Signora (2021), reading da Lettera a una professoressa di Don L. Milani, Processo all’Occidente (2019), reading da Processo dell’Islam alla civiltà occidentale di G. Piovene, Lettera a Eichmann (2018), reading da Noi figli di Eichmann di G. Anders, Noi ritorneremo! (2018), reading da La liberazione di Firenze di C. Francovich, Under Fire (2017), reading da L’arte fiorentina sotto tiro di F. Hartt, Il sogno di Rodolfo Siviero (2015) di Marco Di Costanzo dai diari di Rodolfo Siviero, realizzato per il Museo Casa Siviero, Angelo Maria Bandini (2013), di Marco Di Costanzo per il Museo Bandini, la creazione collettiva Il salone di Z*** (2010), performance sensoriale per due spettatori.
Nell’ambito di progetti legati alla ricerca metodologica o alla formazione, abbiamo realizzato Il cappotto (2021) e Appunti di un pazzo (2016), entrambi di N. V. Gogol’, coprodotti con Cantiere Obraz e affidati alla regia esterna di Alessio Bergamo, e Alla ricerca di un mondo morbido, di e con Monica Santoro e Eva Miškovičová.
In parallelo con l’attività di produzione, ci dedichiamo a progetti che abbiano lo scopo di promuovere l’arte del teatro attraverso la formazione o la diffusione su aree geografiche specifiche. Ad oggi sono in corso Teatro nelle città, progetto di produzione e diffusione di eventi teatrali in contesti non usuali, e una serie di progetti di formazione. Per quanto riguarda il passato, ci teniamo a mettere in evidenza Fronteras (2012), un progetto di produzione-formazione realizzato nel quartiere Comuna 7 di Barrancabermeja (Colombia) in collaborazione con il Centro Cultural Horizonte, Per una polis teatrale (2012-2020), un insieme di attività destinate alla città di Fiesole, e lo stage Le jeu masqué (2010), diretto da Duccio Bellugi Vannuccini del Théâtre du Soleil.
Il Teatro dell’Elce è riconosciuto e finanziato dalla Regione Toscana, nell’ambito dei progetti relativi ad interventi produttivi di elevato livello qualitativo in campo teatrale, e dalla Fondazione CRF come progetto di produzione e organizzazione di eventi sul territorio della città metropolitana fiorentina. Le produzioni del Teatro dell’Elce sono state distribuite sul territorio nazionale e la compagnia è stata rappresentante dell’Italia al Festival International du Théâtre d’Alger 2010 (Algeria) e al Festival Internacional de Teatro por la Paz 2011 e 2012 a Barrancabermeja (Colombia). Il Teatro dell’Elce ha collaborato con tutti i principali teatri fiorentini e con numerose realtà nazionali.