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Grattati e vinci
quotidiana.comRegia: Roberto Scappin
Drammaturgia:
Attori: Roberto Scappin e Paola Vannoni
Anno: 2011
Le due figure si affrontano in un dialogo privo di melò, tagliente, cinico, dalla comicità livida e inaspettata. L’orgoglio dell’inettitudine e del tedio domestico contro l’affanno merceologico. I temi si oppongono all'idealismo, scalano la caducità della vita umana e la truffa diacronica dei rapporti intimi. I loro sono discorsi da notte fonda, i movimenti schematici, geometrici ed essenziali e le luci che rimandano al bagliore del frigorifero in una cucina buia, stanno già definendo un piccolo universo di segni. Con svagati accenni demenziali, capaci di giochi di parole e vortici drammaturgici, impongono la chiarezza della logica e della loro visione: lo sgomento di come siamo.
Il titolo si sostanzia in un paradosso che fa evidente riferimento, parodiandolo, al concitato, illusorio tentativo di deviare il proprio destino, di essere mutati da povero in ricco, da sventurato in fortunato, non mettendo in campo risorse proprie in creatività, coraggio, bensì grattando, uno dopo l’altro, l’argenteo rettangolo del grattaevinci che si fa via via opaco, incolore.
In questo agire distruttivo e compulsivo che si estende a tutti gli ambiti del quotidiano, sembra dunque che i vincenti siano coloro che non rincorrono, non bramano, non si fanno blandire da slogan uncinati che saccheggiano ogni residuo di autodeterminazione, bensì prendono un appuntamento con il cervello e si fermano a pensare, cercando una propria, personale verità e natura dell’esistere.
Da questa condizione di neutralità e inettitudine si rivela come dal lievito madre una lenta ma progressiva crescita, il recupero di una consapevolezza che riacquista attraverso il dialogo la disponibilità del pensiero, la produzione di immagini e scenari che intagliano e fendono un reale illusoriamente monolitico, sovvertendo dogmi indifendibili il cui corpo si riduce a frammenti di incongruità e contraffazione.
Perdura anche in questo progetto l’intento di sollecitare una lettura critica del reale, provocandoci la moltiplicazione del dubbio per trasferirlo allo spettatore nella membrana pulsante della sua inquietudine.
Il titolo si sostanzia in un paradosso che fa evidente riferimento, parodiandolo, al concitato, illusorio tentativo di deviare il proprio destino, di essere mutati da povero in ricco, da sventurato in fortunato, non mettendo in campo risorse proprie in creatività, coraggio, bensì grattando, uno dopo l’altro, l’argenteo rettangolo del grattaevinci che si fa via via opaco, incolore.
In questo agire distruttivo e compulsivo che si estende a tutti gli ambiti del quotidiano, sembra dunque che i vincenti siano coloro che non rincorrono, non bramano, non si fanno blandire da slogan uncinati che saccheggiano ogni residuo di autodeterminazione, bensì prendono un appuntamento con il cervello e si fermano a pensare, cercando una propria, personale verità e natura dell’esistere.
Da questa condizione di neutralità e inettitudine si rivela come dal lievito madre una lenta ma progressiva crescita, il recupero di una consapevolezza che riacquista attraverso il dialogo la disponibilità del pensiero, la produzione di immagini e scenari che intagliano e fendono un reale illusoriamente monolitico, sovvertendo dogmi indifendibili il cui corpo si riduce a frammenti di incongruità e contraffazione.
Perdura anche in questo progetto l’intento di sollecitare una lettura critica del reale, provocandoci la moltiplicazione del dubbio per trasferirlo allo spettatore nella membrana pulsante della sua inquietudine.
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Roberto Scappin e Paola Vannoni fondano nel 2003 a Rimini quotidiana.com
La ricerca di un proprio linguaggio si intreccia al percorso di produzione dei testi.
Nel 2008, con la Trilogia dell’inesistente, la compagnia esprime compiutamente la propria cifra artistica.
Il Primo episodio della Trilogia, Tragedia tutta esteriore, vince il premio Stefano Casagrande – Teatri di Vita, Bologna.
I testi della Trilogia dell’inesistente sono pubbicati da L’Arboreto Edizioni, Mondaino.
Dal 2008 a oggi con A casa, bambola! la compagnia ha prodotto quindici spettacoli.
Un percorso di ricerca e sperimentazione che prosegue nel solco di una scrittura dialogica fatta di domande e risposte, temperature surreali e comiche che hanno un valore politico, perché si inseriscono nei nodi gordiani dell’etica, dell’estetica e, più in generale, dei dilemmi esistenziali. E che cerca una sua cifra espressiva nella stilizzazione dei due personaggi dialoganti, nella loro recitazione pacata ma “sorniona”, apparentemente immobile ma icastica, che amplifica l’effetto straniante e ironico dei loro testi.
Nel 2019 la compagnia ha presentato alla Biennale Teatro di Venezia, nella direzione di Antonio Latella, un segmento della propria produzione.
Nel 2022 con Titivillus ha pubblicato i testi della seconda Trilogia Tutto è bene quel che finisce.
La ricerca di un proprio linguaggio si intreccia al percorso di produzione dei testi.
Nel 2008, con la Trilogia dell’inesistente, la compagnia esprime compiutamente la propria cifra artistica.
Il Primo episodio della Trilogia, Tragedia tutta esteriore, vince il premio Stefano Casagrande – Teatri di Vita, Bologna.
I testi della Trilogia dell’inesistente sono pubbicati da L’Arboreto Edizioni, Mondaino.
Dal 2008 a oggi con A casa, bambola! la compagnia ha prodotto quindici spettacoli.
Un percorso di ricerca e sperimentazione che prosegue nel solco di una scrittura dialogica fatta di domande e risposte, temperature surreali e comiche che hanno un valore politico, perché si inseriscono nei nodi gordiani dell’etica, dell’estetica e, più in generale, dei dilemmi esistenziali. E che cerca una sua cifra espressiva nella stilizzazione dei due personaggi dialoganti, nella loro recitazione pacata ma “sorniona”, apparentemente immobile ma icastica, che amplifica l’effetto straniante e ironico dei loro testi.
Nel 2019 la compagnia ha presentato alla Biennale Teatro di Venezia, nella direzione di Antonio Latella, un segmento della propria produzione.
Nel 2022 con Titivillus ha pubblicato i testi della seconda Trilogia Tutto è bene quel che finisce.