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Ombra
MaMiMòRegia: Angela Ruozzi
Drammaturgia: Federica Ombrato
Attori: Federica Ombrato Massimiliano Sozzi
Trailer: Link
Anno: 2017
Generi: Teatroragazzi (8-14), Prosa
Tags: Emozioni, Stereotipi, Ombre, Ricordi, Relazioni
OMBRA - ispirato a Ombra di SZY LEE -
Stefano e Alice sono fratello e sorella e non si sopportano. Non si parlano né si vedono da molti anni. Un giorno però ricevono una lettera di nonno Ennio. Lui ora non c’è più, ma rivela di aver lasciato in eredità un tesoro nascosto nella sua vecchia casa in Toscana. Ai suoi “esploratori preferiti” il compito di trovarlo. Entrambi si precipitano, ignari dell’arrivo dell’altro. Alice, estrosa ed esuberante, è convinta che il nonno abbia sepolto il tesoro in un angolo segreto della casa e inizia a spostare i mobili e a scavare buche in giardino. Stefano, invece, manager cinico e disinteressato, pensa che l’unico tesoro possibile siano i soldi che potranno ricavare dalla vendita del casolare. Così, divisi tra la possibilità di vendere oppure no, Stefano e Alice iniziano a sistemare e a spulciare tra le vecchie cose. Ma “le cose non sono mai soltanto cose”, come diceva il nonno. E infatti gli oggetti che casualmente i due si trovano tra le mani, aprono loro il mondo dei ricordi, riportando alla mente le abitudini di nonno Ennio e nonna Iride e le avventure vissute insieme da bambini. Quella casa “parla”. O forse è lo spirito del nonno a farlo? Quel luogo speciale popolato di ombre e ricordi riaccenderà la loro relazione e li trasformerà. E il tesoro di nonno Ennio? Riusciranno a trovarlo?
Questo spettacolo è la seconda parte della Trilogia dell’immagine ispirata alla Trilogia del Limite di Suzy Lee. Dopo Mirror, un altro silent book ci fornisce lo spunto per approfondire il tema del “varcare la soglia” per scoprire cosa c’è dall’altra parte, perché c’è qualcosa anche al di là delle cose. L’Altrove, infatti, è raggiunto qui grazie alla mediazione dei più bizzarri oggetti accumulatisi nella casa di nonno Ennio. Ovviamente gli oggetti non parlano. O lo fanno? Quella catasta di vecchie cose impolverate, appartenute un tempo a qualcuno, ci racconterà le storie degli antenati di Stefano e Alice e le “impronte” che hanno lasciato su di loro. Quella catasta si fa museo dei ricordi diventando per Stefano e Alice rappresentazione delle ombre del passato e luogo di svelamento.
Conservare le eredità che riceviamo dal passato, riconoscere il segno che gli altri lasciano su di noi, custodire i tesori, tramandare la memoria. Questi i temi dello spettacolo, che s’intrecciano dialogando su due piani: il piano reale-fisico in cui agiscono fratello e sorella attraverso il linguaggio
del teatro d’attore e il piano del ricordo e delle sensazioni raccontato attraverso il linguaggio delle proiezioni video che popoleranno la casa del nonno.
Altri crediti: scene Alice Benazzi
video Samuele Huynh Hong
sonorizzazioni Filippo Bedeschi
Produzione: Centro Teatrale MaMiMò
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Il Centro Teatrale MaMiMò è un gruppo di lavoro stabile, che attraverso una continua attività di perfezionamento e scambio artistico, costituisce un punto di riferimento teatrale produttivo di rilevanza nazionale, e un modello di aggregazione culturale sul territorio.E’ costituito come associazione di promozione sociale (A.P.S.) dal 2004 e dal 2012 è sostenuto dalla Regione Emilia Romagna come Organismo di produzione di spettacolo attraverso la L.13/1999.Gestisce un teatro pubblico comunale, il Teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia, e ha costruito nel tempo una Scuola di Teatro profondamente radicata nel territorio che ad oggi conta oltre 400 iscritti di tutte le età e collaborazioni con istituti scolastici di ogni ordine e grado.Fa capo all’associazione una Compagnia di produzione teatrale, riconosciuta dal Ministero della Cultura come Impresa di produzione teatrale di Innovazione nell’ambito della Sperimentazione (Art.13 c.3 DM 2017), che produce spettacoli di prosa, teatro ragazzi ed eventi culturali.Il Centro Teatrale MaMiMò pone grande cura all’impegno sociale, ai giovani, alle relazioni tra gli individui, alla dignità della persona, e ai grandi temi dell’attualità. Una grande attenzione é riservata all’educazione, poiché MaMiMò crede che la pedagogia unita alla cultura sia la chiave di accesso a un futuro migliore, e per questo deve essere un percorso riservato a tutti, dove ognuno può scoprire se stesso e acquisire più strumenti per nutrire l’immaginazione e comprendere la realtà che lo circonda. Proprio per questo spesso la forma artistica scelta è quella di un teatro colto e popolare insieme, atto collettivo di un ensemble riunito da una visione comune.Il Direttore Artistico è Marco Maccieri.