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Play
Tecnologia FilosoficaRegia: Marco Amistadi
Drammaturgia: Marco Amistadi
Attori: Marco Amistadi, Francesca Cinalli
Trailer: Link
Anno: 2017
Generi: Teatroragazzi (2-7), Danza, Teatro-danza, Performance, Installazione
Tags: gioco, interattività, suono
Lo spettacolo è un viaggio esperienziale e delicato, rivolto in primo luogo ai più piccoli, con l'obiettivo di coinvolgere emotivamente bambini in un'età in cui il linguaggio parlato inizia solo a fare capolino senza essere ancora al centro dell'atto comunicativo. Per questo Play non è basato sulla parola ma sul tramite universale della musica e su immagini, luci, movimenti e suoni. Lo spettacolo è senza testo, astratto, e si fonda sul gioco, con una grande attenzione verso il coinvolgimento attraverso l'interazione, la partecipazione fisica e l'esperienza vissuta.
I bambini piccolissimi hanno un'attenzione limitata; sono attratti da quello che conoscono o stanno iniziando a comprendere, come i suoni della vita quotidiana o i versi degli animali; hanno bisogno non di osservare in maniera distaccata ma di sentirsi coinvolti, di conoscere, provare, imitare e ripetere. Alla stregua dell'editoria per la prima infanzia, che costruisce libri sensoriali e interattivi con materiali da plasmare e toccare, Play cerca di riportare sulla scena la stessa pratica.
Il risultato è un'esperienza collettiva e condivisa, un modo diverso, nuovo e emozionale di partecipare ad un evento teatrale, “un percorso sensoriale che parte dalla percezione uditiva e visiva per scatenare la fantasia senza l'utilizzo delle parole” (Franca Cassine, La Stampa). L'intento è quello di insegnare ai bimbi un ascolto e un'attenzione diversi, partecipati, meditativi, suggestivi e poetici.
Per applicare la nostra idea di interazione, abbiamo creato degli oggetti scenici sonori che abbiamo chiamato Qbot. Si tratta di cubi traslucidi di 50 cm per lato che, se percossi, spostati, sollevati, lanciati, si autoilluminano e producono suoni. Sono in sostanza dei giochi interattivi carichi di possibilità sceniche, didattiche, espressive ed educative, che ben esprimono il significato del titolo Play, traducibile sia con “suonare” che con “giocare”.
L'interazione del pubblico e degli interpreti con luci e suoni è gestita tramite un software sviluppato ad hoc che permette di controllare, attraverso i Qbot, l'illuminazione e la produzione sonora. Grazie ai cubi interattivi e a composizioni pensate specificamente per il loro utilizzo, il pubblico è in grado di “suonare” assieme agli interpreti. L'illusione, per i bimbi, è che questi oggetti siano vivi, poiché reagiscono alle sollecitazioni, e che abbiano un'anima di luce e suono.
Con i Qbot abbiamo voluto dare a tutti, ma proprio a tutti, la possibilità di interagire con gli interpreti, poiché chiunque è in grado di percuotere delicatamente i cubi facendoli suonare, a prescindere dall'età e dalle capacità. Per questo motivo Play si pone come un efficace progetto di coinvolgimento ed educazione del pubblico, come strumento didattico e mezzo per avvicinare a una tipologia d'attenzione diversa, contemplativa e emozionale.
Altri crediti: Luci Cristian Perria
Oggetti interattivi e software Francesco Bianchi, Alessandro Merlo, Marco Amistadi
Produzione: MITO SettembreMusica, Unione Musicale, Rivoli Musica, Tecnologia Filosofica
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TECNOLOGIA FILOSOFICA è una comunità di artisti che si muove tra ricerca e contaminazione interdisciplinare dei linguaggi ai confini tra la danza e il teatro con una speciale predilezione per il lavoro corporeo in una dimensione di teatro concepito come atto totale. L'esperienza della creatività è coltivata nei differenti percorsi d'autore proposti dagli artisti del collettivo rintracciabili nella sua caleidoscopica produzione, accomunata da un approccio poetico e sensibile. Esso lo si ritrova non solo nell'attività produttiva ma anche nell'intensa attività di formazione disseminata sul territorio con la realizzazione di interventi mirati alla coesione sociale, oltre che all'avvicinamento del pubblico alle pratiche del corpo e alle sue possibilità espressive. Il lavoro di Tecnologia Filosofica segnalato nel tempo attraverso premi e menzioni è stato diffuso anche all'estero, grazie alle collaborazioni produttive d'oltralpe con il Theatre Durance di Château Arnoux, alla partecipazione al Festival di Avignone per Les Hivernales, alle tournè e alle collaborazioni internazionali organizzate tra Belgio, Francia, Germania, Cuba, Brasile, Usa, Indonesia, Svizzera, Giappone, Cina, Sud Corea. Il gruppo opera stabilmente dal 2000 nella città di Torino; dal 2008 è riconosciuto ai sensi della legge 68 dalla Regione Piemonte dove è presente anche con l'organizzazione del festival Morenica attraverso cui promuove un'offerta culturale di qualità sul territorio canavesano. Partner della rete nazionale "Silence in the Dance Landscape" coordinata da Carovana Smi di Cagliari nell'ambito delle Azioni Trasversali Mibact (2015-17), il gruppo figura tra le realtà accolte in prima istanza dal FUS per il 2021 ed è tra le realtà artistiche selezionate dal bando TAP della città di Torino, a sostegno delle attività teatrali e coreutiche per il triennio 2021-2023. Tecnologia Filosofica esplora con la sua ricerca i temi della contemporaneità rivelando un impegno di messaggio e contenuti tradotti in scena con ironia e levità. Sul piano stilistico il gruppo esplora la linea di confine tra teatro e danza: il lavoro corporeo è al centro dell'indagine artistica e la commistione con altri linguaggi espressivi come musica, video, arti visive, rendono multidisciplinare la ricca produzione artistica, spaziando tra generi e pubblici. Vi sono comprese opere di Teatro Danza, lavori per il pubblico dell'Infanzia, Assoli, Corti di Danza, interventi di Danza Urbana, Performances, Installazioni, riti collettivi, Reading e teatro di narrazione.