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Avrei preferito essere un gabbiano

Teatro dell'Elce
Regia: Marco Di Costanzo
Drammaturgia: Marco Di Costanzo da scritti di Rodolfo Siviero
Attori: violoncello elettrico e voce Annamaria Moro voce recitante Stefano Parigi voce narrante Marco Di Costanzo
Anno: 2024
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa

Tags: rodolfo, siviero, scrittura, arte, 8 settembre

Chi è Rodolfo Siviero? Noto alle cronache come lo “007 dell’arte” è stato spia, amante dell’arte, funzionario statale, dongiovanni e influencer ante-litteram. La sua vita è materiale per un romanzo storico, una storia d’avventura, un feuilleton sentimentale? O si tratta di qualcos’altro? Tre voci umane e una strumentale, quella di un violoncello elettrico, inseguono le tracce ambigue della memoria di Siviero tra inciampi, scoperte, incontri, alla ricerca di qualcosa che sfugge ma irresistibilmente attrae.


Note di regia

Questo spettacolo nasce da una serie di coincidenze.
La prima è l’incontro con la figura di Siviero, avvenuto a seguito della commissione di un lavoro teatrale.
Non ne avevo mai sentito parlare prima, né di lui, né della sua “casa museo”, che pure si trova a pochi isolati dal luogo in cui sono nato. Nato nel 1911 e morto nel 1983, Rodolfo Siviero è noto alle cronache come lo “007 dell’arte” per il suo lavoro di recupero delle opere trafugate allo stato italiano dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. La sua vicenda personale è caratterizzata da luci e ombre, spacconate e segreti: un materiale molto interessante da sviluppare in una drammaturgia, in particolare perché contiene la Storia con la “S” maiuscola e, allo stesso tempo, è cronaca dei miei luoghi e del mio tempo. Mi ha sempre incuriosito il fatto che, da bambino, potrei aver incrociato Siviero per strada.
Un’altra coincidenza è stata la scoperta di un corpus di informazioni sulla vita di Siviero di segno opposto alle fonti ufficiali. Se è vero che trovavo molto stimolante la possibilità di scrivere su un “grande personaggio”, la scoperta del Siviero intimo mi conquistò definitivamente: improvvisamente non si trattava più di un racconto storico d’azione, ma di una sorta di discesa agli inferi, un percorso tortuoso che indagava le sfumature di un animo tormentato, in cui gli slanci e le spacconate convivevano con il più cupo disincanto. C’era un forte parallelismo con la storia dell’Italia repubblicana e c’era anche una vicenda che accompagna l’andamento di molte vite: il crollo delle illusioni.
Ultima, decisiva, coincidenza: l’incontro con Annamaria Moro, violoncellista e cantante. La possibilità di improvvisare atmosfere sonore con un violoncello elettrico ha posto le basi per la forma dello spettacolo, che ha preso a somigliare al concerto di una piccola band i cui “strumenti”, oltre al violoncello, sono le tre voci: quella cantante di Annamaria, quella recitante di Stefano Parigi e quella narrante, la mia.
Ecco che in un tempo insolitamente breve era pronto uno spettacolo su Siviero, sulla scrittura, sulla storia d’Italia: un regalo del caso.

Altri crediti: con il sostegno di Regione Toscana, Fondazione CR Firenze
residenza artistica Murate Art District

Produzione: Teatro dell'Elce

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La nostra attività principale è la produzione di spettacoli, sia destinati a spazi teatrali che creati per luoghi specifici o in collaborazioni con realtà e artisti esterni nell’ambito di progetti di ricerca metodologica.

Per il teatro abbiamo prodotto: Little boy (2019), carteggio tra il filosofo Günther Anders e Claude Eatherly, il pilota di Hiroshima, Il nemico (2015) dall’album illustrato di D. Calì e Serge Bloch, Farruscad e Cherestanì (2013) ispirato a La donna serpente di Carlo Gozzi, Barbieri (2011), creazione collettiva basata su interviste, Fatma (2010) di M. Benguettaf, Amadú, il saggio del deserto (2008) di Marco Di Costanzo, Cinquanta! Epopea di un faticoso entusiasmo (2008) scrittura scenica non verbale di Marco Di Costanzo sulla base di interviste e delle improvvisazioni degli attori, Ercole e le stalle di Augia (2006) di F. Dürrenmatt.

Le principali produzioni per spazi non teatrali sono: Cara Signora (2021), reading da Lettera a una professoressa di Don L. Milani, Processo all’Occidente (2019), reading da Processo dell’Islam alla civiltà occidentale di G. Piovene, Lettera a Eichmann (2018), reading da Noi figli di Eichmann di G. Anders, Noi ritorneremo! (2018), reading da La liberazione di Firenze di C. Francovich, Under Fire (2017), reading da L’arte fiorentina sotto tiro di F. Hartt, Il sogno di Rodolfo Siviero (2015) di Marco Di Costanzo dai diari di Rodolfo Siviero, realizzato per il Museo Casa Siviero, Angelo Maria Bandini (2013), di Marco Di Costanzo per il Museo Bandini, la creazione collettiva Il salone di Z*** (2010), performance sensoriale per due spettatori.

Nell’ambito di progetti legati alla ricerca metodologica o alla formazione, abbiamo realizzato Il cappotto (2021) e Appunti di un pazzo (2016), entrambi di N. V. Gogol’, coprodotti con Cantiere Obraz e affidati alla regia esterna di Alessio Bergamo, e Alla ricerca di un mondo morbido, di e con Monica Santoro e Eva Miškovičová.

In parallelo con l’attività di produzione, ci dedichiamo a progetti che abbiano lo scopo di promuovere l’arte del teatro attraverso la formazione o la diffusione su aree geografiche specifiche. Ad oggi sono in corso Teatro nelle città, progetto di produzione e diffusione di eventi teatrali in contesti non usuali, e una serie di progetti di formazione. Per quanto riguarda il passato, ci teniamo a mettere in evidenza Fronteras (2012), un progetto di produzione-formazione realizzato nel quartiere Comuna 7 di Barrancabermeja (Colombia) in collaborazione con il Centro Cultural Horizonte, Per una polis teatrale (2012-2020), un insieme di attività destinate alla città di Fiesole, e lo stage Le jeu masqué (2010), diretto da Duccio Bellugi Vannuccini del Théâtre du Soleil.

Il Teatro dell’Elce è riconosciuto e finanziato dalla Regione Toscana, nell’ambito dei progetti relativi ad interventi produttivi di elevato livello qualitativo in campo teatrale, e dalla Fondazione CRF come progetto di produzione e organizzazione di eventi sul territorio della città metropolitana fiorentina. Le produzioni del Teatro dell’Elce sono state distribuite sul territorio nazionale e la compagnia è stata rappresentante dell’Italia al Festival International du Théâtre d’Alger 2010 (Algeria) e al Festival Internacional de Teatro por la Paz 2011 e 2012 a Barrancabermeja (Colombia). Il Teatro dell’Elce ha collaborato con tutti i principali teatri fiorentini e con numerose realtà nazionali.
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