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QUELL'ATTIMO DI BEATITUDINE

AMAranta Indoors
Regia: Christian di Filippo
Drammaturgia: Christian di Filippo
Attori: Christian di Filippo
Trailer: Link
Anno: 2023
Adatto a: per tutti


Generi: Teatroragazzi (16-99), Prosa

Tags: Fede, Uomo, Teatro dell'assurdo, Monologo, Bellezza, Linguaggio

Cosa vuol dire essere santi oggi?

Partendo dal teatro di Alan Bennett e dalla sua “dissacrante” immediatezza, nasce :Quell’attimo di beatitudine. Un monologo brillante che mette al centro il rapporto tra Fede e Uomo nella società di oggi.
Il protagonista è un emarginato che arriverà ad essere considerato un santo. Nel testo emerge il contrasto tra il Noi e l’Io. Un Noi che esclude le unicità - tradendo, di fatto quella che dovrebbe essere la sua natura comunitaria - per sottomersi ad una fede preconcetta, dogmatica e priva di sentimenti; Una fede “al chilo”, un prodotto commerciale, in una società in cui - come dirà lo stesso protagonista: “Lo sguardo non è mai libero. Sbatte sempre contro un cartellone pubblicitario in grado di prometterti la felicità”. Allora la domanda che sorge spontanea, in un calderone di sentimenti pronti per essere usati (e abusati), è: Come possiamo riuscire a trovare la fede oggi nel nostro quotidiano? Lo spettacolo non offre risposta (Anche perché il teatro nasce dalle domande), tuttavia lo spettatore potrebbe porsi la questione (o almeno si spera) in maniera onesta e libera da interpretazioni aprioristiche.
Senza addentrarci in territori “religiosi” - che ghettizzerebbero e categorizzerebbero il lavoro, poiché mettono a riposo questioni che lecitamente verrebbero a galla se tutti iniziassero ad interrogarsi su massimi sistemi - in Quell’attimo di beatitudine si parla del tema della Bellezza. Una bellezza che possiamo trovare, se solo ci prendessimo del tempo per guardare le cose così come sono, “in una foglia, una zuppa calda o un mattone forato messo storto che sembrava mi sorridesse”. Per riassumere, quindi, questo monologo è una critica nei confronti di chi critica chi ha il coraggio di fermarsi a guardare.
Il linguaggio utilizzato è quello del Flusso di coscienza, che sfocia in territori surreali, quasi assurdi, in grado di restituire allo spettatore un pensiero frammentario, rapido e spezzato, aderente alla contemporaneità.
Essendo un monologo in continuo contatto col pubblico, abolendo ogni forma di quarta parete, tutto quello che accade di sera in sera è drammaturgia utile allo spettacolo: Un rumore, una mosca che passa casualmente sulla scena, uno sguardo particolare, diventano l’essenza di ciò che è il protagonista: Un uomo nel presente.
Inoltre, tra volantini che la chiesa di Via Mazzini lascia sulla macchina abbandonata, praticando forme di proselitismo di serie B, ridicoli dispetti che N e K si fanno a vicenda e dialoghi con il papa, per sessanta minuti viene messa la lente d’ingrandimento in un mondo apparentemente privo di senso. Ma è proprio lì , nella mancanza di senso , che si può trovare quell’attimo di beatitudine.


Altri crediti: Luci Adriano Antonucci
Musiche Elio D’alessandro
Aiuto regia Viola Carinci
Assistente alla regia Celeste Tartaglia
Foto e video Giulio Maria Cavallini

Foto locandina Vincenzo Parlati


Produzione: AMAranta Indoors
A.M.A Factory produzione esecutiva

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2020
Durante la pandemia tra le domande insistenti che riguardavano il nostro lavoro, decisi di intraprendere un percorso di compagnia che mettesse al centro la figura dell’Attore - creatore - distruttore , e così fondai a Trani, mia città di origine, la compagnia AMARANTA INDOORS:
Si era radicata in me - come una Maranta - la convinzione sempre più insistente (forse anche in maniera un po’ spavalda) che come “Chiesa al centro del villaggio” bisognava che ci fosse appunto l’Attore. Un Attore pensante, ma allo stesso tempo capriccioso, indisciplinato, ma amante della precisione di pensiero, creatore , e all’occorrenza anche piromane, bello e brutto, alto e basso, pulito e sporco, vivo e morto e chi più ne ha…più ne tolga. 
L’attore come essere contraddittorio al centro di tutto. 
E così iniziai a cercare dei testi con i quali poter fare inizialmente a botte, ma che una volta vinti con fatica e sudore, potessero “innalzarci” (qui lo dico davvero non in maniera spavalda ma - passatemi il termine - mistica) come interpreti. 

2021
Mi imbattei in un autore violento come Edward Albee; Americano. Decisi di coinvolgere altri due attori-compagni per iniziare a lavorare su un suo testo come A CASA ALLO ZOO. Era il testo giusto.
E dopo aver avuto un benestare sui diritti, stabilimmo - per necessità virtù e per la poca disponibilità di mezzi - che lo avremmo recitato nelle case (Indoors). Senza luci, con una musica e pochissimi orpelli tecnici, solo attore e pubblico. Recitare in casa. La casa come simbolo di un luogo dove (secondo Albee) nascono i traumi e dove , (anche) come attore , non puoi nasconderti perchè non hai nulla che ti difende. Ci sei solo tu, il tuo corpo, i tuoi pensieri e un pubblico di pochi intimi che ti guarda se vuole e se lo vuoi tu. 
2022Le prove proseguivano alla grande . Arriva una telefonata dal Teatro Stabile di Torino che decide di darci una prima nazionale al teatro Gobetti. Allora investiamo dei soldi, tanti soldi messi da parte, per una sala prove, per dei costumi, il trailer e le foto. Ma, purtroppo, una brutta notizia ci taglia le gambe: A CASA ALLO ZOO non può essere rappresentato perchè un altro teatro ha comprato i diritti in esclusiva per tre anni. Siamo fuori dai giochi. Con dei soldi e del tempo investiti e nessuna possibilità di rientrare. Ma la maranta (pianta che ha infestato tanto in Puglia) non demorde: Dopo averci concesso la data in Piemonte lo spettacolo muore, ma io decido comunque di portare avanti il mio progetto artistico a qualunque costo. E ho trovato in Marta Cortellazzo Wiel e Marcello Spinetta - miei due compagni di classe (“di classe” anche come attori) - due ottimi partner per questo tipo di percorso. AMAranta indoors cerca di lavorare su un certo tipo di drammaturgia contemporanea , perchè parlare del nostro COn-TEMPO credo ci possa aiutare a capire noi stessi davvero, ritornando fondamentali come figure non solo artistiche, ma anche “paideutiche”. Allora forse non siamo più spavaldi, ma necessari. Non più solo interpreti, ma interpretabili. Non più fisici, ma anche politici. Non solo attori, ma anche registi, padri, madri e figli. Tutto e niente. Questo siamo. Senza confusioni. Con le dovute accortezze e cure. È questo quello che il mio percorso mi suggerisce. Affrontare l’immediatezza e la crudezza dei contemporanei con un approccio classico, rispettoso e nobile da “teatro antico”. Ho creato AMAranta Indoors circondandomi di figure che potessero in un qualche modo svolgere dei compiti differenti. Ho ricercato l’unicità nei singoli; AMAranta infatti è un ensamble di persone fidate, intercambiabili in cui ognuno di noi ha un ruolo preciso e, all’occorrenza, scende in campo a seconda del progetto che decidiamo di affrontare. 2023La compagnia vince la tredicesima edizione del premio Scintille rivolto a compagnie under 35 su tutto il territorio nazionale. Premio  promosso e realizzato dal Festival AstiTeatro in collaborazione con Tieffe Teatro Milano e la Fondazione Piemonte dal Vivo.
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