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A casa, bambola! - ispirato a Casa di bambola di H. Ibsen
quotidiana.comRegia: quotidianacom
Drammaturgia: Roberto Scappin e Paola Vannoni
Attori: Roberto Scappin / Paola Vannoni
Trailer: Link
Anno: 2022
Adatto a: per tutti
Generi: Prosa
Tags: teatro, contemporaneo, ibsen, quotidiana, femminile
“Perché gli spettatori, i cavalieri e le dame che l’altra sera hanno visto svilupparsi, sicuro, umanamente necessario, il dramma spirituale di Nora, non hanno a un certo punto vibrato con la sua anima, ma sono rimasti sbalorditi e quasi disgustati della conclusione?” (La morale e il costume, Casa di bambola di Ibsen - Teatro Carignano di Torino - Antonio Gramsci - 22 marzo 1917)
Una ricognizione intorno ai diritti negati, alla dottrina male intesa, alle asimmetrie discriminanti della fede, ai precetti a uso e consumo, alle perversioni della “cultura”, alla protervia del sistema patriarcale, alla comodità vile di servirsi del pregiudizio a difesa del proprio stato di privilegio. Il “genere” e la “classe” sono due diverse forme di oppressione.
Del testo di Ibsen rimangono tracce del terzo atto quando Nora con determinazione sceglie e decide. L’atto in cui, a differenza dei primi due, la maggioranza degli spettatori (nei primi decenni del ‘900) è rimasta sbalordita e sorda.
Cosa succede quando Nora, la protagonista
di Casa di bambola, abbandona il tetto coniugale?
Roberto Scappin e Paola Vannoni, nel loro inconfondibile
stile pungente e sarcastico, rivisitano in chiave
contemporanea il classico di Ibsen - che punta
il dito, ancora una volta, contro il sistema
patriarcale, i diritti negati, le occasioni perdute -
esaltando nella scelta di Nora il valore di un'emancipazione
ancora oggi non pienamente raggiunta.
Altri crediti: in collaborazione con
Operaestate Festival Veneto, Teatro della Caduta, PimOff, Comune di Rimini,
Centro di Residenza della Toscana (Fondazione Armunia Castiglioncello – Capotrave, Kilowatt Sansepolcro)
con il sostegno di Regione Emilia Romagna
Produzione: quotidianacom- Emilia Romagna Teatro Ert/Teatro Nazionale
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Roberto Scappin e Paola Vannoni fondano nel 2003 a Rimini quotidiana.com
La ricerca di un proprio linguaggio si intreccia al percorso di produzione dei testi.
Nel 2008, con la Trilogia dell’inesistente, la compagnia esprime compiutamente la propria cifra artistica.
Il Primo episodio della Trilogia, Tragedia tutta esteriore, vince il premio Stefano Casagrande – Teatri di Vita, Bologna.
I testi della Trilogia dell’inesistente sono pubbicati da L’Arboreto Edizioni, Mondaino.
Dal 2008 a oggi con A casa, bambola! la compagnia ha prodotto quindici spettacoli.
Un percorso di ricerca e sperimentazione che prosegue nel solco di una scrittura dialogica fatta di domande e risposte, temperature surreali e comiche che hanno un valore politico, perché si inseriscono nei nodi gordiani dell’etica, dell’estetica e, più in generale, dei dilemmi esistenziali. E che cerca una sua cifra espressiva nella stilizzazione dei due personaggi dialoganti, nella loro recitazione pacata ma “sorniona”, apparentemente immobile ma icastica, che amplifica l’effetto straniante e ironico dei loro testi.
Nel 2019 la compagnia ha presentato alla Biennale Teatro di Venezia, nella direzione di Antonio Latella, un segmento della propria produzione.
Nel 2022 con Titivillus ha pubblicato i testi della seconda Trilogia Tutto è bene quel che finisce.
La ricerca di un proprio linguaggio si intreccia al percorso di produzione dei testi.
Nel 2008, con la Trilogia dell’inesistente, la compagnia esprime compiutamente la propria cifra artistica.
Il Primo episodio della Trilogia, Tragedia tutta esteriore, vince il premio Stefano Casagrande – Teatri di Vita, Bologna.
I testi della Trilogia dell’inesistente sono pubbicati da L’Arboreto Edizioni, Mondaino.
Dal 2008 a oggi con A casa, bambola! la compagnia ha prodotto quindici spettacoli.
Un percorso di ricerca e sperimentazione che prosegue nel solco di una scrittura dialogica fatta di domande e risposte, temperature surreali e comiche che hanno un valore politico, perché si inseriscono nei nodi gordiani dell’etica, dell’estetica e, più in generale, dei dilemmi esistenziali. E che cerca una sua cifra espressiva nella stilizzazione dei due personaggi dialoganti, nella loro recitazione pacata ma “sorniona”, apparentemente immobile ma icastica, che amplifica l’effetto straniante e ironico dei loro testi.
Nel 2019 la compagnia ha presentato alla Biennale Teatro di Venezia, nella direzione di Antonio Latella, un segmento della propria produzione.
Nel 2022 con Titivillus ha pubblicato i testi della seconda Trilogia Tutto è bene quel che finisce.