Generi: Prosa

Tags: curriculum, risorse, lavoro

In un non-spazio e in un non-luogo si avvicendano personaggi e maschere diversi, le cui storie ruotano
attorno ad un unico grande tema: il proprio curriculum vitae, alias, la propria collocazione tra le persone,
prima ancora che nel mondo del lavoro. In un’atmosfera perennemente borderline tra l’onirico ed il
realistico, ritroviamo situazioni, spesso frammentarie, che hanno come perno fondamentale la ricerca di
un’intera generazione di un posto nel mondo, che sembra, sempre e comunque, inafferrabile.
Come le forze centrifughe che cercano di dividerci in questo momento storico privo di punti di riferimento,
così questo testo è costituito non da una storia, ma da highlights, non da veri e propri personaggi, ma da
maschere bidimensionali, che non raccontano una storia strutturata, ma danno impulsi elettrici, emozioni,
rovesciano sensazioni. È una torre di Babele caotica di situazioni simili a quelle che qualunque membro della
generazione tra i 25 e 35 anni, oggi in Italia, si è trovato almeno una volta ad affrontare, deformate, rese
grottesche, surreali, ma tanto vicine alla diffusa sofferenza della generazione di cui sopra.
L’input primario di questo progetto è arrivato all’autrice proprio da una mail di risposta automatica ricevuta
in seguito ad un invio di curriculum per una posizione lavorativa, che iniziava proprio con “Gentile risorsa”.
Da qui una riflessione molto profonda su cosa voglia realmente dire scrivere un curriculum, sul valore
delle informazioni, su quanto un essere umano possa riuscire a mantenere una tridimensionalità o quanto
rischi di appiattirsi lentamente diventando una “risorsa” che sfoggia numeri per poter, pregando in ginocchio
umilmente, entrare in un meccanismo che potrebbe non restituirgli mai il suo spessore, perduto in quei dati
che lo rappresentano solo in minuscola parte.

Altri crediti: Vfc: Monica De Romita
Disegno luci: Mattia Cianci
Scene e costumi: Giulia Vitulli

Produzione: SognArti