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ISMAEL

La Gabbia Teatro
Regia: Graziano Piazza
Drammaturgia: Massimiliano Frateschi
Attori: Massimiliano Frateschi
Trailer: Link
Anno: 2022
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa

Tags: Ismael / Siria

Prima della guerra del Golfo all'epoca del mio papà tutte queste differenze sociali o religiose non esistevano, o meglio esistevano ma la gente non le conosceva e quindi non c'era disprezzo e non c'era odio e non c'era razzismo, c’era solo un connotato, la tua religione è solo un colore come quello dei capelli. Per esempio tu hai i capelli biondi io ho i capelli scuri, e fine. Capito zii?”
Ismael è un ragazzo di 30 anni scappato dalla Siria. Dopo essere stato perseguito politicamente senza ragione, cacciato dalla sua città natale, rinchiuso in un carcere, dopo aver attraversato due continenti da nomade e perso le tracce della sua famiglia e del fratello Adnan, con cui ha condiviso la reclusione, Ismael si trova all’ufficio per gli immigrati a Roma.
Ismael è un ragazzo iperattivo, molto magro e sorridente nonostante il suo bagaglio emotivo. Ha imparato a parlare italiano da bambino, romano per la precisione (chiaramente sempre mantenendo un forte accento arabo) perché la madre, probabilmente morta mentre Ismael era in viaggio verso la terra promessa, cercava di lasciare ai suoi figli un’ancora di salvezza verso un mondo non troppo lontano e forse più accogliente.
Quando Ismael arriva a Roma, difronte alle due o tre persone del comitato di accoglienza dell’ufficio immigrazioni, risponde alle domande e si lascia scivolare nei ricordi raccontando tutta la sua storia.


Altri crediti: Titolo: Ismael
Autore: Massimiliano Frateschi
Regia: Graziano Piazza
Aiuto Regia: Aleksandros Memetaj
Attori: Massimiliano Frateschi
Durata: 60 min.
Diritti: Testo originale dell’autore
Foto: Bianca Hirata
Grafica: Valeria Veneziani
Produzione: Nogu Teatro


Produzione: LA GABBIA TEATRO

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Massi Frateschi. L’attore e l’autore del testo.

Io mi chiamo Massimiliano Chinook Frateschi, di cui Chinook è solo un nome d’arte che mi sono dato in onore di mio padre (psicologo e romanziere) e del suo primo libro “Chinook” che scrisse nell’anno della mia nascita, cioè il 1987, a Bari, davanti al mare.
Mia madre (psicologa anche lei) decide per il divorzio solo 3 anni dopo questo evento e questo non mi portò affatto a scompensi, almeno che io sappia, ma tanto non lo ricordo. Fatto sta che da allora sento un’irrefrenabile voglia di muovermi anch’io: a 4 anni ero calciatore nel Bari pulcini, a 5 imparavo a tirare di scherma, a 6 ad andare a cavallo e a 9 ero alle regionali di nuoto agonistico, a 13 mi innamoro per la prima volta di una ragazza bellissima che non vedrò mai più, ma che ricordo ancora oggi, a 15 parto per una scuola a Londra dove imparo l’inglese, a 16 avevo cambiato 4 scuole superiori e a 18 mi diplomo finalmente al liceo scientifico privato Alessandro Volta. A 18 anni e un giorno parto per Roma, dove ovviamente inizio a studiare scienze motorie, prima di innamorarmi ancora una volta, questa volta non di una donna ma di un mestiere. L’attore. L’attore, in questa parola c’è tutto quello che devo dirvi sul mio amore. A 23 esco dalla NUCT (accademia situata negli Studios di Cinecittà) grazie alla quale durante il saggio di diploma al Piccolo Eliseo vengo notato da Valerio Binasco, che preparava il suo Romeo e Giulietta, in cui Romeo lo faceva Scamarcio e Giulietta tutte le ragazzine dai 18 ai 35 anni che venivano a vederci, almeno così ci piaceva immaginare a noi quelli dietro la tenda rossa, a e che ce ne fosse almeno una per noi. Dopo 3 intensi anni di tournèe, e con non poche fatiche l’agente di Riccardo riesce a trovarmi una zattera che mi sbarca alla Rai e a Mediaset e così arrivano i vari : Un medico in famiglia, Don Matteo, Rex, Rox Rux Rix. Ma per fortuna ci pensa Daniele Salvo a riportandomi a teatro nel Globe Theatre di Roma, questa volta non c’erano innamorati ma vecchi senatori incazzati tra cui il più incazzato di tutti il grande Giorgio Albertazzi, alias Giulio Cesare. Insomma sto ragazzino di nome Chinook che è il nome di un vento, ma di un popolo indios, ma anche di un elicottero americano, e del personaggio protagonista del romanzo di suo padre continua a non stare fermo e parte oltre oceano. Studia alla Susan Batson School (New York) e tra un paio di film indipendenti, qualche posa in To Rome with Love di Woody Allen, due film per la Tv e una serie da coprotagonista firmata mamma Rai arriviamo ad oggi. Mi sono innamorato della drammaturgia e della scrittura tramite un amico e un maestro che porta il nome di Edoardo Erba, del quale i testi psicologici e introspettivi se pur semplici e leggeri hanno influenzato la mia visione del teatro. Da qui il mio primo testo, La Gabbia. In scena tra un po’, si spera.
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