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Anita al buio

Priscilla Pagliaricci
Regia: Lucia Bellotti
Drammaturgia: Priscilla Muscat e Matteo Scarfò
Attori: Priscilla Muscat
Trailer: Link
Anno: 2023
Adatto a: VM14


Generi: Prosa, Teatro-danza, Performance

Tags: Identità, ricerca, famiglia, LGBTQUIA, libertà

L'opera è divisa in dieci scene e ognuna di esse viene annunciata direttamente dall’attrice che entra ed esce dal ruolo portando il pubblico in luoghi e periodi diversi. I salti temporali sono molti e abbracciano il periodo della vita della protagonista che va dai 16 ai 27 anni. Il racconto dell’opera è strutturata in forma monologica rivolta al pubblico e spesso alternata a momenti dialogici con i vari componenti della storia. Anita, grazie agli incontri e alle esperienze che la portano a ripensare ai perché della sua condizione insoddisfacente, passa in modo repentino da uno stile ironico e a volte assurdo, a momenti comici che si alternano ai più critici e dolorosi, dando giustizia al bisogno di incontrarsi con la propria verità. Il monologo ha la durata di quasi un’ ora e c'è una interazione costante fra quella che è la drammaturgia dell’opera e ciò che riguarda la messa in scena. Nella nostra creazione ci sono diverse premesse; in primo luogo, il desiderio di riflettere sulla società dal punto di vista di una giovane donna bianca, benestante, in un periodo di piena rivoluzione patriarcale, crisi pandemica e d’identità; in secondo luogo, raccontare un processo ontologico dove è necessario riconoscere la responsabilità delle proprie decisioni affinché si possano iniziare a generare nuove realtà desiderate; in terzo luogo, aprire una riflessione sull’esigenza della società di dividerci in categorie togliendo continuamente il senso della libertà di scelta. Anita al buio incarna una generazione disposta a fare domande che fanno connettere con se stessi e gli altri, creando così una rottura con i vecchi modelli. Anita si mette in contatto con le ombre e con i tabù ancora vigenti della società italiana. È basate su questa struttura che sono sorte delle domande come diversi punti di ricerca possibile.
Anita si trova in una crisi d´identità, c'è un parallelismo rispetto alle crisi continue che attraversa il teatro rispetto alla sua identità e il suo utilizzo? Come possiamo raccontare la ricerca del nostro personaggio mentre noi stesse ci chiediamo quali sono le possibilità esistenti nel momento in cui costruiamo un soggetto scenico che intende rispecchiare la realtà come la percepiamo noi?
Possiamo lavorare sul realismo, sul naturalismo, sull'assurdo, la performance, la danza, il cinema, la politica, la storia collettiva e l'intimità, in uno stesso monologo?
Possiamo parlare di genere, sesso, capitalismo, pandemia, dolore, amore e arte senza perdere la capacità di approfondire piuttosto che rimanere sulla superficie delle cose?
Qual’è il limite del corpo per raccontare?
Vogliamo un'esperienza pregna, ma anche leggera. Vogliamo raccontare le caratteristiche simboliche dell’umanità tramite frammenti della vita di una personaggio per cui nascono nuove domande, infinite, e il nostro monologo si presta come punto di partenza dove cominciare a strutturare, dove far diventare la filosofia azione, e l'azione teatro.


Altri crediti: Vincitore del Premio Fersen 2023 alla drammaturgia contemporanea italiana

Produzione: Autoprodotto

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Priscilla Muscat nasce a Roma nel ‘92. A 9 anni si avvicina al mondo dello spettacolo con la
danza frequentando una delle migliori scuole della provincia romana, Paccarié’s Group.
All’età di 17 anni lascia la danza classica per cominciare il suo primo corso di tango. A 18 si
appassiona al teatro, al Pilates e allo Yoga.
Nello stesso anno frequenta il suo primo laboratorio teatrale trasferendosi a Roma, ma aspetta
i 21 anni per iniziare gli studi professionali a Teatro Azione, dove si diploma tre anni dopo.
In concomitanza frequenta la facoltà di Scienze dell’Educazione e della Formazione de La
Sapienza dove si laurea nel 2018 come educatrice professionale.
La sua tesi riguarda un esperiemento effettuato all’interno del Centro Diurno di Monteverde
“Il Grande Carro” sugli effetti del teatro in ambito psichiatrico e conduce così il suo primo
laboratorio teatrale.
Nello stesso anno vince il bando “Torno Subito”, che le consente di arrivare a Buenos Aires,
dove con l’associazione “Crear vale la pena” si occupa di progetti di educazione sessuale
nelle scuole e laboratori teatrali per bambini e adolescenti.
Nel 2019 torna a Roma e collabora con le associazioni King Kong Teatro e ArteStudio, grazie
alle quali usa il teatro come mezzo di integrazione e comunicazione in ambiti come Istituti
Penitenziari, scuole, Centri Diurni per persone senza fissa dimora, per pazienti psichiatrici e
Centri d’accoglienza per donne e uomini rifugiati.
Oltre alla conduzione dei laboratori riprende appieno la sua attività artistica collaborando con
ArteStudio come performer di teatro danza.
Dall’età di 27 anni si affaccia al mondo del cinema e prende parte, nel corso del tempo, a tre
lungometraggi: “Notti in bianco, baci a colazione” di Francesco Mandelli, giunto alla Festa
del Cinema di Roma nel 2021; “Storia senza fine” di Federico Bruno; infine “Commedia” di
Riccardo Vannuccini.
Sempre nel 2019 inizia a scrivere con l’autore e regista cinematografico Matteo Scarfó “Anita
al buio”, libro pubblicato nel 2021 dalla casa editrice “La Mongolfiera”.
Durante la pandemia inizia a studiare montaggio come autodidatta. A distanza di pochi mesi
monta il videoclip “Acqua minerale” per il cantante Thomas Cheval e inizia le sue prime
collaborazioni con piccole produzioni pubblicitarie.
Nel 2022 vince il premio come miglior montatrice al Gangtok International Film Festival con
il film “Commedia”.
Sempre nello stesso anno, lavora come attrice nel cortometraggio della regista
italo-colombiana Vittoria Rizzardi Penalosa “Bertie mi ha scritto una poesia”, che viene
candidato agli Oscar di LA Shorts International Film Festival.
A distanza di pochi mesi, il cortometraggio che la vede nel ruolo di madre di “Letizia” per la
regia di Francesco Manzato, vince il RIFF 2022.
Nel novembre e dicembre dello stesso anno, mette in scena “Anita al buio” per la regia di
Lucia Bellotti, attrice, regista e ricercatrice scenica argentina, presentando l'opera nel Centro
Culturale Artemia con il patrocinio del Circolo di Cultura Omossessuale Mario Mieli e nel
Teatro Quirino all’interno del festival CORPUS22 di ArteStudio. Nell’agosto 2023 viene
invitata sul palco de “I solisti del teatro” di Roma per replicare la medesima opera.
Attualmente vive fra Roma e Madrid dove si sta formando come sceneggiatrice alla Factoría del guion.
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